Cosma Frascina.
Materia viva

Nel 1951 Alberto Burri terminava una delle sue opere più importanti, tra le più significative dell’arte informale italiana: Muffa. Come da sua abitudine, l’artista per realizzare la tela si servì di materiali di scarto che nel tempo sarebbero stati trasformati dalle muffe – retaggio dei suoi studi in medicina – così da dare loro nuova vita, energia e significato. In questo ciclo di sperimentazioni Burri era riuscito a creare un’opera viva, in divenire, in costante metamorfosi per il proliferare dei batteri che intervenivano sui materiali. 

Come per l’artista informale, che nella trasformazione della muffa sulla materia concentrava il significato dell’opera, gli oggetti di Cosma Frascina, designer e artista di Grottaglie, vengono alterati dai muschi e dai licheni che popolano la calcarenite, pietra che utilizza per la realizzazione i suoi oggetti. Questi piccoli vegetali intervengono attivamente sulla materia variandone colore e consistenza, dipendentemente dal livello di umidità della pietra. In Eroded Panorama – questo il titolo della serie -Frascina lascia spazio all’opera di assestarsi, sgretolarsi, cedere e ritrasformarsi. La Calcarenite del Salento è una pietra tipica dell’area mediterranea, a grana medio fine e dalle diverse tonalità che variano dal grigio chiaro al rossiccio, spesso porosa e ricca di microfossili di origine marina, ampiamente utilizzata nei secoli dagli architetti pugliesi nella costruzione di facciate di chiese e palazzi. Alla storia di questa pietra è legata non solo l’estetica tipica della regione ma anche il destino del designer. Affascinato fin da piccolo dalla vecchia cava dismessa nei pressi del paese dove è cresciuto, durante una delle sue esplorazioni trovò nei blocchi di calcare e nel materiale di scarto della vecchia miniera, la base da cui partire per dare vita alla sua visione, sedotto da come il tempo e l’esposizione agli agenti atmosferici avevano modellato la cromia e la texture naturale della pietra. L’irregolarità di questa, la sua fragilità e allo stesso tempo la capacità di resistere trasformandosi, ha ispirato l’artista per forme, gesti e strumenti da utilizzare. Ogni singolo pezzo è scolpito con tecniche e strumenti tradizionali: martello, scalpello, sega, raspa. Nel tempo, lavorando la pietra, ha imparato a conoscerla facendosi trasportare dall’istinto della creazione, lasciando la “crosta” in contrasto con la parte interna più tenera, e inserendo l’intonaco bianco o la calce in alcuni punti per facilitare la lettura degli oggetti. Nel suo lavoro il designer pugliese esprime il bisogno dell’uomo di un rapporto più significativo e profondo con la terra e i suoi elementi. Ecco allora che le sue opere, per la loro difformità, porosità e frammentarietà riportano alla mente le pareti di una grotta e il suo archetipo platonico, ovvero paesaggio e dimora insieme, luogo primordiale dalle infinite possibilità, dove i confini tra gli spazi sembrano incerti e ambigui, aprendo la strada a paesaggi interiori. 

Cosma Frascina è un artista e designer originario di Grottaglie, di base tra la Puglia e Milano, dove ha recentemente esposto durante la Milano Design City curata da William Bagnoli di Quei Studio. Dopo essersi laureato in Design all’ISIA di Firenze, il suo istinto lo porta a concentrarsi sulle proprie idee e torna nella sua città natale. Nella sua ricerca Frascina riscopre e dà nuova vita a tecniche artigianali tradizionali della sua terra, concentrandosi sull’utilizzo di materiali naturali in contrasto con i manufatti umani.

Fotografie di Riccardo Fantoni Montana