MANIFEST(NO)
editor’s letter

Sia chiaro, il non voler denunciare una propria forte direzione in rifiuto di quel che non funziona – un passato che ha lasciato poco e un presente tossico – a favore di una visione ottimistica suggerita da mezzi e presunti linguaggi alternativi, non è una comoda scelta per sottrarsi a responsabilità e giudizi.

Il Manifestno è la negazione del Manifesto in quanto forma ormai abusata e spesso regalata ad aziende che si vestono di nuovo per ripetere vecchi errori.

E in quanto negazione, il Manifestno è un manifesto.
Solo incredibilmente annoiato.
Body shaming,
razzismo latente,
politically correct che diventa immobilità che diventa complottismo e che ritorna ignoranza, ossessiva cura di un orto nato su terreno di rifiuti.

Se la forza di un manifesto sta nel dichiarare un nuovo metodo che accusi il vecchio di aver perso, l’impressione è che qui, ora, si continui a perdere e di accuse ce ne siano fin troppe. 
Ma.
Canoni, regole, dettami sono percepite come muri a un pensiero che deve muoversi svincolato. Per questo Madam dichiara il Manifestno.

Qui, all’interno di un oggi in cui diventa necessario riconoscersi come parti autonome, tutte ugualmente necessarie a uno sviluppo costruttivo, mossi da forza che nasce dalla cooperazione. E un fine che è il processo, trasmesso, tramandato, mai concluso.

Madam, many atoms develop a mountain.
Microscopiche particelle che si agitano e si combinano per originare altro. Una montagna nel nostro caso, ci è sembrato l’elemento piu diretto per rendere chiara l’idea. Niente regole, fedi, credo, obiettivi prefissati, solo forza di attrazione in continuo sviluppo.