La mentalità collettiva si aggrappa con tutte le sue forze alla (falsa) convinzione che certi preconcetti siano sempre esistiti. La donna è donna e l’uomo è uomo, un sillogismo che non ammette repliche e che poggia sul terreno insondabile di una razionalità stereotipata e completa di paraocchi. Se la storia insegna, o è una maestra poco credibile o siamo noi alunni troppo distratti. Ci siamo persi le lezioni dimenticando parole e nomi di cui oggi abbiamo più bisogno che mai. Efebo, efebico, il giovinetto dalla bellezza delicata e quasi femminile; Antinoo, Antinoeion, il luogo di culto a Villa Adriana, eretto per l’uomo che faceva sussultare l’imperatore romano; Ermafrodito, ermafrodita, le origini dell’androginia nel mito greco di Ermes e Afrodite, la creatura dai due sessi sopravvissuta grazie a Ovidio. La confluenza di maschile e femminile non è estranea alla cultura umana, ma è anzi il prodotto di un pensiero libero e incontaminato dove non c’è spazio per il pregiudizio. La bellezza dell’ibrido demonizzata dal perbenismo, oggi si risveglia, rivelandosi nella mitologia del settore cosmetico e, in modo più naturale, nell’industria della moda. Vediamo il rapper Kid Cudi cantare sul palco del Saturday Night Live in un abito femminile realizzato da Virgil Abloh, omaggio all’avanguardismo di Kurt Cobain che già negli anni Novanta indossava capi da donna.
Vediamo Harry Styles e Jared Leto che in questi anni di reload dei videoclip scelgono creazioni sartoriali ed eyeliner nero by Gucci riformulando i concettualismi della virilità, con Alessandro Michele che non a caso stilla riferimenti latini e che già nel 2018 realizzava campagne pubblicitarie troneggianti l’epiteto ANTINOEION. Una missione in cui molti brand fashion si stanno cimentando come crociati alla riconquista della Terra Santa, mentre ad arrancare è invece il beauty che risente della conflittualità fra libertà d’espressione, giustizia poetica e politically correct. Linee di trucco maschili sobrie e vendibili, da Boy de Chanel all’inclusiva Gucci Beauty, sono un unicum nel panorama di un settore per cui l’uomo truccato è ancora la Drag Queen e dove giovani influencer sfoggiano make-up carnevaleschi che nessuna donna è più in grado di concepire.
La proposta cosmetica punta sull’esagerazione, dimenticando che fluido indica naturale, che naturale è spontaneo come un Johnny Depp che metteva matita e smalto neri prima che fosse mainstream. Non c’è temperanza, ma l’aggressività di voler, a tutti i costi, unire l’acqua all’olio. Risentendo di secoli di mentalità androcentrica dove femminile è sinonimo di debole, il mondo del beauty ha bisogno di tornare a scuola, riformulando la sua educazione sulle antiche Atene e Roma, sul futurismo di Valentine de Saint-Point e la sua riconfigurazione dell’essere perfetto (che è insieme maschile e femminile): c’è bisogno di una dichiarazione d’intenti, di un manifesto di bellezza che travalichi la paura in favore della libertà.
Da sinistra verso destra:
1. Beauty look dalla sfila Gucci Cruise 2020
2. Busto di Antinoo, 140 D. C.
3. Mario Segantini, Autoritratto, 1903, Collezione Privata.
4. Nan Goldin, Misty and Jimmy-Paulette in a taxi, New York City , 1991
5. David Bowie, frame dal video Life On Mars, 1973
6. Marcel Duchamp, Rrose Selavy, 1921 shot by Man Ray. Nel 1920 Marcel Duchamp crea il suo alter ego femminile con il nome di Rose Sélavy. La ripetizione della lettera R viene da un gioco di parole con «arrose» e Sélavy (arroser la vie) o con Eros e Sélavy, trasposizione fonetica di Éros, c’est la vie. Con questa trasformazione Duchamp fa di se stesso un ready-made, utilizzando il suo corpo e firma con questo pseudonimo diverse opere, tra cui Belle Haleine – Eau de Voilette, Fresh Widow e Pourquoi ne pas éternuer? La scelta di una figura femminile, dal nome ebraico, incarnata da un artista, era in grado di veicolare critiche sociali rivoluzionarie. Duchamp, infatti, non diede solo appoggio ad omosessuali ed efebi, dimostrando l’assenza del nesso obbligatorio fra artista e mascolinità, ma mise anche al centro minoranze, lasciate spesso ai margini, o considerate negativamente.
7. Gian Lorenzo Bernini, Ermafrodito Dormiente, 1620, Museo del Louvre
8. Gucci Beauty Goldie Red Lipstick campaign 2020.