Isola Design District
Riparte Isola Design Festival e quest’anno festeggia l’ottava edizione. La rassegna è organizzata da Isola.design, la prima piattaforma fisica e digitale al mondo che ha come obiettivo quello di dare visibilità a designer e studi di design indipendenti, mettendoli in contatto con professionisti di settore, aziende, curatori, giornalisti e potenziali clienti. All’interno di Isola, il team curatoriale seleziona progetti ad hoc con un’attenzione particolare alla sostenibilità, all’innovazione e all’artigianato. Questa nasce come un spazio democratico, un acceleratore per le giovani realtà, dando la possibilità, non solo di avere una vetrina all’interno della piattaforma, ma anche di partecipare fisicamente con delle installazioni in giro per il mondo ad eventi come: la Milano Design Week, la Dubai Design Week, il Material Matters al London Design Festival e al Tanween, la Season of Creativity di Ithra, la più grande piattaforma dedicata alla creatività dell’Arabia Saudita.
Molte sono le novità per l’edizione 2024 – l’appuntamento è dal 15 al 21 aprile 2024 per scoprire tutti i progetti selezionati – a partire da un’evoluzione del suo format di successo approdando in location inedite, come Lampo Milano, WAO PL7 e Galleria Bonelli, mai esplorate durante la settimana del design milanese. Per la prima volta visitabili durante la Milan Design Week, Isola si pone l’obiettivo ambizioso di trasformare queste gemme nascoste del quartiere nei nuovi hotspot del distretto. L’evento guarderà al futuro del design coltivando la creatività: mostre, installazioni, eventi, workshop, live performance e talk coinvolgeranno più 320 designer internazionali, studi di design, creativi e produttori ospitati in oltre 40 location, inclusi 3 hub principali.
Abbiamo fatto una chiacchierata con Gabriele Cavallaro, CEO e co-fondatore di Isola Design Group, Elif Resitoglu, direttrice creativa di Isola Design Group, e l’architetto e designer Alberto Vallesi, per approfondire il tema di quest’anno “This Future is Currently Unavailable” e raccontarci di Isola. design, dai primi passi fino ai progetti per il futuro, senza dimenticare tutte le curiosità dell’edizione 2024.
inCf: Quando è nata l’idea di aprire questo nuovo polo del design a Milano e cosa pensi lo differenzi dagli altri? Come è cambiato il design con l’avvento delle nuove tecnologie digitali? Isola Design non è solo Milano ma anche a Londra, Einndhoven e Dubai. Come vedi la connessione con queste diversi luoghi del mondo e cosa credi possa apportare alla piattaforma di Isola.
Gabriele Cavallaro: «L’idea è nata nel 2016 perché mancava una piattaforma dedicata ai designer emergenti e indipendenti durante il fuori salone. Questa nasce soprattutto da una necessità economica. Al tempo ci rendemmo conto che se avessimo voluto fare qualcosa durante il fuori salone avremmo dovuto spendere una cifra molto alta che non avevamo. Quindi abbiamo pensato ad un distretto dove gli spazi fossero accessibili a tutti e si potessero selezionare i progetti in base alla qualità e non alla disponibilità economica. Così abbiamo creato Isola Design District. In tre edizioni, dal 2017 fino al 2019, abbiamo coinvolto centinaia di designer emergenti da decine di Paesi diversi nel mondo, creando connessioni con le varie realtà locali e aprendo loro un confronto con artigiani, di cui il quartiere Isola all’epoca era ancora ricco ma che con il tempo si è un po’ perso. In tre anni con Isola Design District abbiamo visto un evolversi dei numeri dei partecipanti ma quando c’è stata la pandemia abbiamo avuto uno stop. A quel punto abbiamo deciso di portare tutto quello che avevamo costruito in una piattaforma digitale online oltre a ciò che avevamo in cantiere di fare durante la Design Week del 2020. Così è nato Isola.design. Siamo stati gli unici, come distretto, ad aver fatto una cosa del genere. Per noi era importante però che questa versione digitale non fosse vista come un tappa buchi circoscritto a quel periodo ma che questa potesse essere funzionale anche agli eventi che avremmo poi organizzato nel futuro. Quando la pandemia poi è finita, ci siamo resi conto che Isola.design era cresciuta tantissimo come community e network, anche grazie alle mostre virtuali, talk online e tante altre attività. Dal 2020 abbiamo iniziato a lavorare all’estero con la Dutch Design week. Tutte queste attività ci hanno aiutato molto quando abbiamo iniziato a lavorare alla prima edizione fisica post Covid del settembre 2021. A quel punto la community era cresciuta enormemente e abbiamo potuto selezionare progetti tra tantissimi che avevamo ricevuto, con un approccio molto più curatoriale. E così siamo arrivati ad oggi, con la piattaforma che conta più di 1.300 designer da 70 paesi diversi con oltre 2.200 progetti, da quelli più sperimentali al design da collezione. Siamo anche diventati una fonte di ricerca e ispirazione per gli addetti ai lavori. Oggi abbiamo un team curatoriale che seleziona i progetti per poi portarli in giro per il mondo tra Milano, Londra, Eindhoven, Arabia Saudita e Dubai. Quest’anno abbiamo avuto un record di application per la partecipazione. La grande crescita che stiamo avendo ci ha portato anche a creare una base a Dubai per riuscire a coprire stabilmente anche la parte dell’area del Middle Est».
inCf: Il tema di quest’anno è This Future is Currently Unavailable? Come mai questa scelta?
Elif Resitoglu: «Abbiamo selezionato questo tema per mettere in evidenza un concetto secondo noi centrale, quello della scarsità delle risorse. Se fino a pochi anni fa i creativi avevano a disposizione un’infinità di materiali su cui sperimentare, dalla plastica fino alle risorse naturali, oggi questo tipo di disponibilità non c’è più. Le risorse sono molto più limitate, anche per quanto riguarda i materiali naturali. Questo però non deve essere un freno. Tale problematica ci impone di essere molto più creativi nel trovare delle soluzioni e innovazioni. Non deve limitarci. Certamente dobbiamo essere più attenti e consapevoli di quello che produciamo e creiamo ma questo non significa fermarsi o arrendersi ma trovare soluzioni per continuare a creare cose meravigliose».
inCf: Come avviene la selezione dei designer all’interno di isola design district? Qualche consiglio che vuoi dare?
Elif Resitoglu: «Nella selezione guardiamo molti aspetti. Per me è molto importante osservare come gli studi o designer singoli curano la loro immagine e comunicazione, che tipo di progetti ci sono nei loro storici. Poi sicuramente la varietà dei progetti da portare in mostra sia a livello di materiali, di colori, di concetti, Paesi e ovviamente la qualità e la cura dei dettagli».
inCf: Come avete interpretato il tema di quest’anno?
Alberto Vallesi: «La parola disponibilità è quella che ci ha più coinvolto. Per noi significa, quotidianamente, trovare soluzioni disponibili per il progetto e in linea con le idee dietro questo. Selezionare gli elementi giusti per il progetto è molto importante e abbiamo fatto una selezione del disponibile in ottica futuribile».