«Oggi il soggetto degli scatti non sono quasi mai io, eppure sono sempre lì: il mio paese, i miei cari, il mio rapporto con gli oggetti e le persone. C’è ancora, nonostante il mio lavoro ora sia più editoriale e documentario che fashion, un legame stretto con la dimensione antropologica della moda come osservazione dell’immagine che le persone scelgono di darsi, del potere catartico delle sfilate quotidiane per la strada. La mia pratica è tutt’ora una fotografia che parte da esperienze di vissuto personale, in qualche modo un diario ed una richiesta a chi guarda i miei scatti o a me stessa di “vedermi”, “capire cosa intendo”».